Il caso Burbello
Di sicuro i lettori più attenti saranno riusciti a leggere tra le righe di alcuni commenti quella che è la vera notizia shock di questa estate. Inutile tacere ancora, dato che le voci cominciano a circolare con una certa insistenza, quindi ecco i fatti: Lele Burbello, meglio conosciuto come il Maradona delle Cascine, già da qualche settimana ha comunicato alla società di voler chiudere con il calcio giocato e di fatto non era tra i giocatori presentati ufficialmente giovedì scorso per la stagione 2008/2009.
Le ragioni dell'addio - ma noi speriamo ovviamente che si tratti soltanto di una breve pausa - non ci sono giunte con grande chiarezza: si parla di una scelta dettata dagli impegni extrasportivi, che hanno minato la volontà del fantasista mancino di affrontare una nuova stagione agonistica ad alti livelli. Se è così, dobbiamo naturalmente rispettare la sua decisione, anche se in qualità di voce della "curva" biancoverde non posso esimermi dall'implorare al numero 10 per eccellenza un'ulteriore riflessione.
E non lo dico tanto per la squadra: in passato ha già dimostrato in varie occasioni di poter vincere e far bene anche a dispetto della pesante assenza del suo più talentuoso componente. In più, con i nuovi arrivi, il suo potenziale e la sua competitività sono comunque aumentati a dismisura.
Lo dico invece per i tifosi, che senza di lui perdono la possibilità di andare a vedere il Verderio avendo ogni volta la speranza concreta di poter assistere - in qualsiasi momento - ad una giocata spettacolare che da sola ripaghi ampiamente il pur modico prezzo del biglietto, essendo degna di categorie ben superiori. Perdono il fuoriclasse al quale ci si può aggrappare quando le cose si mettono male e il tempo volge alla fine, quando c'è bisogno di un colpo di genio che risolva la situazione (e quante situazioni ha risolto, magari con una punizione imparabile o un freddo rigore allo scadere dei novanta minuti).
E lo dico specialmente per lo stesso Lele Burbello: un anno di allenamenti due sere a settimana e di partite tutte le domeniche può essere un grosso sbattimento, lo immagino, specialmente quando di giorno si lavora. Ma il prezzo da pagare per starsene tranquilli è alto: smettere di fare una cosa che ti riesce bene, forse addirittura quella che in assoulto ti riesce meglio. Una cosa per la quale sei conosciuto, ammirato e temuto da Ronco Briantino fin quasi a Lecco. Senza contare tutte le persone che apposta o per caso hanno visto i tuoi goal più belli su YouTube: 14.000 (quattordicimila, ma aumentano ogni giorno), ad esempio, sono le volte che qualcuno nel mondo si è guardato il video qui sotto...
Pensaci bene.
Le ragioni dell'addio - ma noi speriamo ovviamente che si tratti soltanto di una breve pausa - non ci sono giunte con grande chiarezza: si parla di una scelta dettata dagli impegni extrasportivi, che hanno minato la volontà del fantasista mancino di affrontare una nuova stagione agonistica ad alti livelli. Se è così, dobbiamo naturalmente rispettare la sua decisione, anche se in qualità di voce della "curva" biancoverde non posso esimermi dall'implorare al numero 10 per eccellenza un'ulteriore riflessione.
E non lo dico tanto per la squadra: in passato ha già dimostrato in varie occasioni di poter vincere e far bene anche a dispetto della pesante assenza del suo più talentuoso componente. In più, con i nuovi arrivi, il suo potenziale e la sua competitività sono comunque aumentati a dismisura.
Lo dico invece per i tifosi, che senza di lui perdono la possibilità di andare a vedere il Verderio avendo ogni volta la speranza concreta di poter assistere - in qualsiasi momento - ad una giocata spettacolare che da sola ripaghi ampiamente il pur modico prezzo del biglietto, essendo degna di categorie ben superiori. Perdono il fuoriclasse al quale ci si può aggrappare quando le cose si mettono male e il tempo volge alla fine, quando c'è bisogno di un colpo di genio che risolva la situazione (e quante situazioni ha risolto, magari con una punizione imparabile o un freddo rigore allo scadere dei novanta minuti).
E lo dico specialmente per lo stesso Lele Burbello: un anno di allenamenti due sere a settimana e di partite tutte le domeniche può essere un grosso sbattimento, lo immagino, specialmente quando di giorno si lavora. Ma il prezzo da pagare per starsene tranquilli è alto: smettere di fare una cosa che ti riesce bene, forse addirittura quella che in assoulto ti riesce meglio. Una cosa per la quale sei conosciuto, ammirato e temuto da Ronco Briantino fin quasi a Lecco. Senza contare tutte le persone che apposta o per caso hanno visto i tuoi goal più belli su YouTube: 14.000 (quattordicimila, ma aumentano ogni giorno), ad esempio, sono le volte che qualcuno nel mondo si è guardato il video qui sotto...
Pensaci bene.
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