Cassago vs. ASV: 1-1
Termina con novanta minuti da thriller, conditi dalla pioggia battente e dal vento fortissimo, il quarto campionato consecutivo del Verderio in Seconda Categoria. La notizia certa, che tutti aspettavamo, è che comunque non sarà l'ultimo: nel convulso episodio finale di questo equilibratissimo girone, infatti, i biancoverdi di Mister Piseddu sono riusciti a scampare l'incubo dei play-out, concludendo la stagione al decimo posto che ci mette al sicuro da ogni rischio. Siamo salvi, rallegriamoci ed esultiamo. Ma io questa volta un po' di paura ce l'ho avuta...
Non possiamo dimenticare che al cinquantacinquesimo minuto dell'ultima giornata di campionato il Verderio, contro ogni previsione e sicuramente in modo del tutto immeritato, si trovava nella situazione più critica degli ultimi anni. In trasferta, sotto di 1-0 contro contro una squadra - il Cassago - che stava cercando con tutte le forze di mantenere una vittoria fondamentale per evitare l'ultimo posto in classifica e la conseguente retrocessione diretta. E il nostro gioco che intanto non trovava sbocchi e faticava ad ingranare, reso ancora più difficile dal campo stretto e sconnesso, di quelli che non ci sono mai piaciuti.
Era il cinquantacinquesimo minuto, dicevamo, e se l'arbitro avesse fischiato subito la fine non ci sarebbe stato scampo per il Grande Verderio: spareggio disperatissimo contro il Montevecchia per decidere chi dei due si sarebbe poi giocato la salvezza ai play-out contro l'AC Victoria, che nel frattempo stava dilagando a Lomagna (5 a 2 il finale) riportandosi entro i dieci punti di distacco dalla dodicesima posizione. Un incubo.
A risvegliarci ci stava già provando Mister Piseddu subito dopo l'intervallo, scuotendoci sul cuscino con il tridente delle meraviglie Di Siena-Colombo-Moneta, mai visto finora. Il torpore vacilla mentre la squadra si sposta sempre di più verso la porta avversaria. Ma l'incubo è ancora lì che continua a tormentarci.
Al cinquantacinquesimo, però, di colpo suona la sveglia. Precisa, puntuale. Mai così sublime fu il suo suono. Un sibilo, per la verità. Il sibilo di una palla che si muove a velocità supersonica verso l'incrocio dei pali alla destra del portiere di casa e s'infila in rete per il goal del pareggio. Il goal che vale la salvezza. Quella palla era stata colpita al volo un millesimo di secondo prima dal piede sinistro di Antonio Tudino, detto "La Ruspa", proprio qualche metro al di fuori dall'area di rigore. Un goal da cineteca, la cui bellezza è superata solo dalla sua importanza: è la sveglia che ci libera dall'incubo e ci fa alzare in piedi. Domani è un altro giorno. Forza Verderio!
Non possiamo dimenticare che al cinquantacinquesimo minuto dell'ultima giornata di campionato il Verderio, contro ogni previsione e sicuramente in modo del tutto immeritato, si trovava nella situazione più critica degli ultimi anni. In trasferta, sotto di 1-0 contro contro una squadra - il Cassago - che stava cercando con tutte le forze di mantenere una vittoria fondamentale per evitare l'ultimo posto in classifica e la conseguente retrocessione diretta. E il nostro gioco che intanto non trovava sbocchi e faticava ad ingranare, reso ancora più difficile dal campo stretto e sconnesso, di quelli che non ci sono mai piaciuti.
Era il cinquantacinquesimo minuto, dicevamo, e se l'arbitro avesse fischiato subito la fine non ci sarebbe stato scampo per il Grande Verderio: spareggio disperatissimo contro il Montevecchia per decidere chi dei due si sarebbe poi giocato la salvezza ai play-out contro l'AC Victoria, che nel frattempo stava dilagando a Lomagna (5 a 2 il finale) riportandosi entro i dieci punti di distacco dalla dodicesima posizione. Un incubo.
A risvegliarci ci stava già provando Mister Piseddu subito dopo l'intervallo, scuotendoci sul cuscino con il tridente delle meraviglie Di Siena-Colombo-Moneta, mai visto finora. Il torpore vacilla mentre la squadra si sposta sempre di più verso la porta avversaria. Ma l'incubo è ancora lì che continua a tormentarci.
Al cinquantacinquesimo, però, di colpo suona la sveglia. Precisa, puntuale. Mai così sublime fu il suo suono. Un sibilo, per la verità. Il sibilo di una palla che si muove a velocità supersonica verso l'incrocio dei pali alla destra del portiere di casa e s'infila in rete per il goal del pareggio. Il goal che vale la salvezza. Quella palla era stata colpita al volo un millesimo di secondo prima dal piede sinistro di Antonio Tudino, detto "La Ruspa", proprio qualche metro al di fuori dall'area di rigore. Un goal da cineteca, la cui bellezza è superata solo dalla sua importanza: è la sveglia che ci libera dall'incubo e ci fa alzare in piedi. Domani è un altro giorno. Forza Verderio!
Etichette: cronache, seconda categoria